Innovazione e pensiero critico, approccio dal basso e centrato sugli studenti, multiculturalismo, sinergia tra discipline umanistiche e sociali e ricaduta sul territorio: questa la strategia delineata dall’Alleanza

ERUA, l’European Reform University Alliance è un consorzio internazionale co-finanziato dall’UE che riunisce otto Università europee con l’obiettivo di ampliare gli orizzonti della ricerca e promuovere lo scambio di idee, la condivisione di conoscenze e risorse, e la cooperazione tra gli Atenei a livello europeo. L’alleanza fa parte dell’Iniziativa delle Università Europee (EUI) e coordina otto Paesi (Italia, Francia, Germania, Polonia, Spagna, Grecia, Bulgaria e Lituania), tre fusi orari e più di 80 mila studenti, mirando a costruire una strategia condivisa per un’istruzione superiore multiculturale, inclusiva, innovativa e dal respiro internazionale.

Tra i membri c’è anche l’Università di Macerata, unico partner in Italia, da quest’anno co-leader del progetto e sede dell’ERUA week 2024. Dal 10 al 13 settembre 2024 Unimc ha infatti ospitato una serie di incontri finalizzati a delineare l’indirizzo e discutere le scelte future della rete, poi culminati nella cerimonia di inaugurazione del 735° anno accademico dell’ateneo maceratese e nella conferenza di chiusura delle giornate di lavoro dell’alleanza.

«In questa occasione si è discusso della strategia da adottare nei prossimi mesi e anni per raggiungere l’integrazione prefissata in termini di ricerca, didattica comune e scambio di best practices a livello organizzativo», ha spiegato il rettore Unimc John Mc Court.

Tra le idee in cantiere ci sono percorsi a doppio titolo, progetti di ricerca congiunti, integrazione delle offerte didattiche tramite iniziative di co-teaching, e nuovi accordi di mobilità Erasmus.

Oltre a lui sono intervenuti Roman Cieślak, rettore della SWPS University of Social Sciences and Humanities di Varsavia e presidente dell’ERUA Board of Rectors, Bruna Vives, segretaria generale di ERUA, e Inga Žalėnienė, rettrice della Mykolas Romeris University, che assumerà la presidenza del Consiglio dei rettori a novembre 2024. Tra i partecipanti c’erano poi i rappresentanti delle altre Università partner: l’Université Paris 8, l’Università dell’Egeo, la new Bulgarian University, l’Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, l’European University Viadrina e il Mykolo Romerio Universitetas di Vilnius.

«ERUA incarna lo spirito di un’Europa pensata non solo come ente politico ed economico, ma come realtà culturale che tramite le alleanze riesce a raggiungere una piena integrazione tra i giovani e a trasformare le Università amiche e collaboratrici in “case comuni”. Al centro di tutto ci sono le studentesse e gli studenti che in futuro potranno sfruttare queste potenzialità: d’ora in poi chi si iscrive ad Unimc sarà automaticamente iscritto anche alle altre Università dell’alleanza, perché l’Università del futuro è una “common virtual house”» ha affermato Mc Court.

Sentirsi a casa ovunque significa anche portare i margini al centro.

«ERUA raccoglie anche quelle Università e quei centri di ricerca che si trovano “on the edges of Europe”, ai margini dell’Europa, creando un unico grande centro educativo e universitario», ha evidenziato il presidente dell’ERUA Board of Rectors Roman Cieślak.

La sensazione dev’essere quella di far parte di una famiglia allargata, un po’ com’è accaduto alle rettrici e ai rettori durante l’ERUA week a Macerata.

«È stato un piacere partecipare a un momento così importante di comunità e famiglia come quello inaugurale dell’anno accademico: un momento in cui una visione comune unisce colleghi, studenti e insegnanti di otto territori e cerca di avere un impatto su di essi e sulla comunità», ha affermato Inga Žalėnienė.

E la Segretaria Generale di ERUA Bruna Vives lo conferma:

«Macerata è stata la nostra casa per questa settimana: la cosa bella di questa alleanza è che otto territori diversi possono diventare casa».

Un posto nell’advisory board – consiglio che si è riunito per la prima volta proprio a Macerata – è stato assegnato proprio a uno studente al fine di dar voce alla corpo studentesco internazionale che ERUA intende rappresentare. È importante infatti sottolineare l’approccio student-centered e l’importanza del multiculturalismo, come sottolineato da Vives.

«Gli studenti sono l’anima e la spina dorsale di questa alleanza e questo incarna il reale senso e la vera essenza dell’Europa: multiculturale e multilingue. Il progetto fa da cerniera tra due livelli che devono camminare insieme, quello locale e quello europeo: da un lato la città e l’Università di Macerata devono costituire un tessuto unico che ponga l’Università al servizio del territorio; dall’altro in politica europea è importante che l’incontro virtuoso tra humanities e scienze sociali fornisca un contributo importante all’identità europea rispetto a tematiche quali migrazioni, guerre e rischi della democrazia. Lavorando e contribuendo insieme all’Europa si può fare di più di quello che le singole Università potrebbero fare da sole». 

In ERUA la cultura diventa insomma veicolo di comunicazione, connessione e cooperazione oltre i confini linguistici, culturali e nazionali. I valori portanti del progetto sono in sintesi: “riforma” nell’accezione di innovazione e spirito critico, approccio bottom-up e student-centered, multiculturalismo, sinergia tra scienze umanistiche e scienze sociali e impatto sul territorio. La vera sfida sarà attuare la visione delineata fin ora. Il prossimo appuntamento sarà il 12 dicembre a Parigi per il primo ERUA day, che verrà celebrato contemporaneamente in tutte le Università dell’alleanza tramite collegamento virtuale, e a breve toccherà proprio a Mc Court portare avanti la vicepresidenza dell’alleanza per l’a. a. 2025-2026.