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Il Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università di Macerata, nell’ambito del progetto Vitality-SAFINA, sta compiendo un lavoro di ricerca sulla città di Ancona sul tema della città dei 15 minuti, che mira a portare tutti i servizi essenziali per vivere una vita dignitosa a pochi passi da casa.

Immagina di uscire di casa e raggiungere a piedi, in massimo quindici minuti, il tuo luogo di lavoro, il bar, la farmacia, lo sportello ATM (bancomat), il cinema, il ristorante, la libreria, il parco o la scuola. Durante il tragitto, incontrare amiche e amici, scambiare un saluto, intessere relazioni. Un’utopia? No: è il modello della città dei 15 minuti.

La città dei 15 minuti

Il modello della città dei 15 minuti è stato introdotto nel 2016 da Carlos Moreno, urbanista e docente presso La Sorbonne di Parigi. Si tratta di una strategia di pianificazione urbana che prevede la strutturazione delle città in quartieri progettati in modo tale che i servizi di base – lavoro, istruzione, salute, sussistenza – e le attività culturali e ricreative siano accessibili a tutte e tutti nel raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla propria abitazione. Ne troviamo tentativi di applicazione in città come Parigi, Ottawa, Melbourne, Dublino. Anche a Milano e Roma sono in corso progetti per realizzare una trasformazione in tale direzione.

I vantaggi

L’applicazione di questo modello offre numerosi benefici. La possibilità di raggiungere tutti i principali servizi senza l’utilizzo della macchina porta, innanzitutto, ovvi vantaggi da un punto di vista della sostenibilità ambientale. Inoltre, consente alle persone di incontrarsi per strada con più frequenza, migliorando il grado di coesione sociale. In generale, una città pensata su misura per gli esseri umani che la abitano – e non per le automobili che vi circolano – incrementa il benessere individuale e collettivo.

La ricerca

Il gruppo di ricerca dell’Università di Macerata ha suddiviso la città di Ancona in 74 aree del raggio di 1km, la distanza percorribile a piedi proprio in un quarto d’ora. Grazie a specifiche competenze tecniche e all’utilizzo di dati sulla distribuzione dei servizi offerti dal database di OpenStreetMap e sulla composizione della popolazione forniti dal Comune di Ancona, sono stati conteggiati i punti di interesse presenti in ognuno di questi 74 quartieri. Le analisi – svolte da Federico Ninivaggi, borsista di ricerca nell’ambito del progetto, sotto la supervisione di Eleonora Cutrini, docente di Economia applicata – si sono focalizzate sulla presenza di ristoranti, scuole e degli altri servizi in queste aree, verificando, ad esempio, se i quartieri abitati prevalentemente da persone anziane dispongono di un numero adeguato di farmacie o se le offerte di servizi legati allo svago nei quartieri con una buona percentuale di popolazione giovane sono sufficienti.

L’obiettivo

La ricerca sull’aderenza di una città al modello dei 15 minuti può essere di grande utilità per i pianificatori urbani e per i decisori politici, in particolare per i sostenitori dell’approccio di evidence-based policy-making, ovvero del prendere decisioni basandosi sui dati reali e sulle informazioni disponibili.

Uno studio come quello effettuato dall’Università di Macerata sulla città di Ancona permette, infatti, di comprendere le effettive esigenze di ogni singolo quartiere e orientare le politiche in modo mirato.

Il livello di rispetto dei parametri della città dei 15 minuti può anche essere utilizzato come uno strumento utile da affiancare ad altri indicatori – ad esempio il PIL – per monitorare lo stato di benessere di una popolazione in modo più completo e rappresentativo.