Foto in copertina © Fortezza | Rocca Roveresca Senigallia (roccasenigallia.it)

Uno studio esplorativo delle università marchigiane fornisce informazioni inedite e approfondimenti storici sui due complessi edilizi.

Le attività di ricerca sono state finanziate da un bando emesso dal Polo Museale delle Marche – Direzione Generale Musei dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, oggi Ministero della Cultura, al fine di promuovere interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico marchigiano e migliorare la sicurezza dei musei.

«Un’opportunità unica – spiega il professore Mauro Saracco, architetto e docente di restauro architettonico dell’UniMc – che ha visto la creazione di un gruppo di ricerca composto da circa trenta membri tra docenti e giovani ricercatori. È stata una delle poche occasioni per mettere insieme i quattro atenei marchigiani e portare le competenze di ciascuno in un progetto di interesse territoriale. Nello specifico, l’Università di Macerata si è occupata dell’indagine storica e dell’organizzazione della documentazione».

La ricerca

Lo studio, iniziato nel 2019, si è focalizzato sull’analisi delle caratteristiche tecniche, costruttive e strutturali dei due edifici, con particolare attenzione al comportamento sismico, per sviluppare strategie di intervento in caso di terremoto. Attraverso un consistente lavoro di ricerca archivistica, si è approfondito il discorso sull’evoluzione storica delle due rocche, prendendo in esame le varie fasi di costruzione avvenute nel tempo.

Il lavoro di ricerca ha portato, inoltre, all’acquisizione di nuovi dati che hanno permesso di chiarire diversi aspetti legati ai due edifici. Per la Rocca di Senigallia, ad esempio, sono state messe in discussione valutazioni ricostruttive precedenti, mentre per la Rocca di Gradara è stata ribaltata l’idea che fosse un falso storico legato a interventi dei primi del Novecento. Si è scoperto che gli interventi in questione hanno riguardato gli apparati decorativi interni, mentre la rocca esternamente si mostra per quella che è sin dal quindicesimo secolo.

Raccolta dati e modello HBIM

I risultati della ricerca confluiscono in un sistema di rappresentazione digitale chiamato HBIM – Heritage Building Information Model.

Nello specifico, sono state create delle versioni digitali delle rocche che contengono tutti i dati raccolti, come le caratteristiche delle mura, gli elementi costruttivi e le finiture, insieme ai risultati delle verifiche strutturali, evidenziando la maggiore o minore vulnerabilità degli elementi.

Cliccando sulle singole parti presenti nei modelli, il sistema restituisce non solo le loro caratteristiche geometriche, fisiche e meccaniche dei materiali da costruzione, ma anche le fonti storiche riferibili all’oggetto preso in considerazione, documentazione edita e inedita e pubblicazioni provenienti dagli archivi.

Gli HBIM permettono un continuo aggiornamento dei dati e possono essere utilizzati come punto di partenza per i lavori di restauro, manutenzione e gestione degli edifici.

Gli esiti

La ricerca ha restituito una raccolta di documenti aggiornata sulle rocche consultabile dai professionisti ed esperti del settore. Lo studio fornisce, inoltre, un supporto concreto al lavoro di valorizzazione e messa in sicurezza dei complessi edilizi. Per una divulgazione e accessibilità ampliata dei contenuti, si è proceduto alla realizzazione di modelli tridimensionali delle due rocche. Le stampe 3D danno concretezza ai rilievi effettuati e permettono alle persone ipovedenti e con disabilità visiva di godere dei frutti del lavoro di ricerca. Il tipo di stampa e finitura è stato concordato con il Museo Tattile Omero di Ancona per seguire e garantire le migliori pratiche relative all’accessibilità.

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