Il Paese si trova a fronteggiare analfabetismo, mancanza di spazi e pratiche discriminatorie. L’Università di Macerata interviene con il progetto Educ-In per promuovere l’educazione inclusiva nelle scuole pubbliche

Il Mozambico si trova a fronteggiare problemi che non riguardano soltanto i bambini e le bambine con disabilità ma tutti gli alunni e le alunne. Il diritto all’educazione, in uno dei paesi economicamente più poveri del mondo1, è seriamente compromesso. La questione pedagogica è molto importante e rientra all’interno di una più ampia questione sociale, politica, economica e istituzionale del Paese.

Felix Mulhanga, professore e direttore della facoltà di Educazione e Psicologia dell’Università Pedagogica di Maputo, ha raccontato le sfide che il suo Paese affronta in materia di educazione inclusiva, formazione di qualità per i docenti – che in poco tempo è andata a perdersi per mancanza di fondi -, piani educativi strategici, sistema di formazione universitario e politiche di intervento.

L’occasione è stata offerta dal seminario internazionale “Crossing African and Midlle East storylines: educational and social challenges for inclusion” organizzato dall’Università di Macerata in occasione della Settimana dell’Inclusione. Le docenti Arianna Taddei e Rosita Deluigi hanno parlato degli sviluppi del progetto EDUC-IN nato con l’obiettivo di promuovere l’educazione inclusiva nelle scuole pubbliche del Mozambico. Durante l’incontro si è ragionato insieme a ricercatori, ricercatrici e docenti di itinerari educativi inclusivi.

Le docenti promotrici del progetto: la prof.ssa  Arianna Taddei, referente scientifico dell'unità di ricerca Unimc e la prof.ssa Rosita Deluigi, componente del gruppo di ricerca. Maputo, settembre 2023.
Le docenti UniMc promotrici del progetto: la prof.ssa Arianna Taddei, referente scientifico dell’unità di ricerca e la prof.ssa Rosita Deluigi, componente del gruppo di ricerca.
Maputo, settembre 2023.

Il contesto

A seguito dell’indipendenza dal Portogallo, nel 1975, il Mozambico ha ereditato un sistema scolastico carente dovuto agli strascichi del colonialismo. Nonostante diverse riforme del Sistema Nazionale dell’Educazione, ancora oggi la maggior parte della popolazione è analfabeta. Non vi sono spazi e strutture adeguati ad accogliere bambini e ragazzi, vi è una carenza di insegnanti con specifiche competenze in materia di educazione inclusiva e una forte divisione culturale e discriminazione interna, soprattutto sessista e linguistica. L’istruzione, infatti, è fornita in portoghese, lingua ufficiale fortemente esclusiva e non comprensibile dalla maggior parte dei bambini che parlano una delle 24 lingue locali.

All’interno di questo contesto si inserisce il progetto EDUC-IN che ha una durata complessiva di tre anni e si sviluppa in tre zone: il distretto di Maputo – a pochissimi chilometri dal Sudafrica -, il distretto di Sofala – nella zona centrale – e il distretto di Nampula – nel nord del Paese – dove però il progetto non è ancora arrivato.

Le sfide

Il progetto nel quale l’Università di Macerata è coinvolta affronta alcune delle sfide più importanti per il Paese, muovendo su diversi versanti dell’educazione sociale a livello locale, nazionale e internazionale. L’obiettivo è quello di passare dalle politiche alle pratiche inclusive, promuovere le reti locali per l’inclusione, l’accessibilità fisica, infrastrutturale e culturale, realizzare pratiche didattiche inclusive tra scuole, sensibilizzare la comunità e sostenere lo sviluppo di un sistema educativo unico in quanto adesso il sistema è binario e prevede, da una parte, scuole ordinarie e, dall’altra, scuole speciali per bambini con disabilità.

Il lavoro si svolge attraverso una metodologia partecipata. Nello specifico, si organizzano corsi di formazione professionale per educatori di infanzia e insegnanti delle scuole definite “pilota”, cioè all’interno delle quali si è sperimento questo approccio.

EDUC-IN vuole sostenere, attraverso attività di capacity building e di assistenza tecnica, 26 progetti – distribuiti nelle 3 zone del paese – per sperimentare pratiche inclusive attraverso la progettazione di moduli formativi che possano andare a rinforzare le competenze per includere studenti con disabilità e con altre difficoltà all’interno delle scuole.

I moduli con i materiali didattici utilizzati nella progettazione generano un patrimonio comune di metodi formativi, sperimentazioni ed esperienze che verranno poi adottati dal Ministero dell’Educazione per formare tutti gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria. Lavorare attraverso questo approccio definito “bottom-up” permette una trasformazione che parte dal basso e arriva all’interno delle istituzioni scolastiche.

Il progetto ha l’obiettivo di attivare dei processi di trasformazione all’interno delle comunità per iniziare a generare una consapevolezza diversa rispetto all’inclusione, dentro e fuori la scuola insieme a famiglie, associazioni ed enti del territorio.

Cooperazione e partner

L’organizzazione promotrice del progetto è Terre des Hommes, una ONG che ha una lunghissima storia nella cooperazione tra paesi ed è presente in Africa da diverso tempo, insieme ad AIFO e all’Università di Macerata. Gli altri partner del territorio sono il Ministero di Genere, Infanzia e Azione sociale mozambicano, l’Associazione Rete per lo sviluppo per la prima infanzia, varie associazioni mozambicane di persone con disabilità che hanno costituito una rete per la difesa dei loro diritti chiamata ADEMO, il Ministero dell’Educazione e dello Sviluppo Umano, l’Istituto di formazione professionale Mwana e l’Università pedagogica di Maputo.

I partner del progetto EDUC-IN. Maputo, settembre 2023.
I partner del progetto EDUC-IN. Maputo, settembre 2023.

Lo sviluppo dell’inclusione richiede l’impegno, la corresponsabilità e la cooperazione di attori diversi, soprattutto in realtà e contesti con scarse risorse economiche e sociali.

«L’inclusione è un progetto sociale» sostiene la professoressa Arianna Taddei, docente di Didattica e pedagogia speciale e referente scientifico dell’unità di ricerca UniMc e continua: «la cooperazione tra diversi attori è importante per capire come le competenze di insegnanti e educatori possano essere preziose in altri contesti educativi e sociali dove lo scambio di pratiche e conoscenze possono generare dei cambiamenti e delle consapevolezze diverse rispetto a varie tematiche come quella dell’educazione inclusiva».

Foto in copertina © Terre Des Hommes Italia in Mozambico

  1. 2023 Global Multidimensional Poverty Index (MPI) | Human Development Reports (undp.org) ↩︎